SUCCESSIONI E DIRITTO DI FAMIGLIA

Lo Studio Legale tratta abitualmente la delicata materia del diritto di famiglia, con particolare riferimento alle pratiche di separazione consensuale, separazione giudiziale e di divorzio, ma anche alla gestione delle problematiche afferenti la famiglia di fatto, con particolare attenzione all’affidamento e mantenimento dei figli nati fuori dal matrimonio. In materia ereditaria e successoria garantisce ampia consulenza ed assistenza nella redazione di testamenti, nell’adempimento degli incombenti di legge connessi al rifiuto o all’accettazione dell’eredità (deposito di dichiarazione di successione, ottenimento del certificato di eredità, ecc….), nonché nelle controversie ereditarie e testamentarie in genere.


RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE MEDICA

Lo Studio affronta i c.d. casi di malasanità in cui è necessario richiedere un risarcimento per i danni subiti. La stretta collaborazione con esperti medici legali, tendenzialmente favorisce, in tempi ragionevoli, un giusto e adeguato risarcimento per i danni biologici, morali ed esistenziali.


RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE ED EXTRACONTRATTUALE

Per responsabilità contrattuale generalmente si intende la responsabilità derivante dall’inadempimento, dall’inesatto adempimento e dall’adempimento tardivo di una preesistente obbligazione quale che ne sia la fonte (ad esclusione del fatto illecito). La responsabilità extracontrattuale è quella che invece consegue allorché un soggetto viola non già un dovere specifico, derivante da un preesistente rapporto obbligatorio come nel caso della responsabilità contrattuale, bensì un dovere generico indicato dalla dottrina con il brocardo “neminem laedere”. In tal caso la norma fondamentale cui bisogna fare riferimento è l’art. 2043 del codice civile, in base al quale “qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.

 

PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE


Nell’ambito della disciplina volta a regolamentare le relazioni di mercato tra professionisti e consumatori sono definite scorrette, e sono quindi considerate illecite, le pratiche commerciali contrarie alla diligenza professionale e idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore nella scelta del prodotto o del servizio offerto. Le pratiche commerciali scorrette vengono distinte in due diverse categorie, a seconda che abbiano natura ingannevole o aggressiva.
Le pratiche ingannevoli si concretizzano nel fornire informazioni false o inesatte su elementi rilevanti per le scelte commerciali del consumatore (quali il prezzo, ovvero la natura e le caratteristiche del prodotto), inducendo quest’ultimo ad assumere decisioni che non avrebbe altrimenti preso.
Sono altresì ingannevoli le pratiche commerciali con le quali si omettono o si presentano in modo ambiguo, incomprensibile o intempestivo le informazioni rilevanti di cui il consumatore ha bisogno per adottare una decisione consapevole.
Sono invece considerate aggressive le pratiche commerciali che, mediante molestie, coercizione, ricorso alla forza fisica o altre forme di indebito condizionamento, limitano considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore, al punto da indurlo ad assumere una decisione che altrimenti non avrebbe preso.
È prevista, inoltre, una lista nera di pratiche ingannevoli e di pratiche aggressive che sono considerate tali in ogni caso, senza che sia necessario dimostrarne la contrarietà alla diligenza professionale e l’idoneità a falsare le scelte del consumatore.
Per la repressione delle pratiche commerciali scorrette è competente l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. È inoltre sempre accessibile ai consumatori il ricorso alla tutela giurisdizionale avanti al giudice ordinario.

 

DIRITTO DI PROPRIETA’ INDUSTRIALE E DIRITTO DI AUTORE


Nella difesa del diritto di brevetto, marchio e dei titoli di proprietà intellettuale in genere, agire con tempestività e con una chiara strategia contro ogni tentativo di violazione o contraffazione significa non solo ottenere risultati più rapidi nel singolo caso, ma scoraggiare possibili episodi ulteriori.
Si procede inizialmente con una diffida che consiste nel notificare direttamente al contraffattore l’esistenza del diritto di esclusiva e chiedendo l’inibizione dell’attività illecita, ciò spesso basta per ottenere la cessazione della contraffazione, senza ricorrere ad una azione giudiziaria.
Nel caso, invece, di reiterazione del comportamento illecito, si procede con l’azione giudiziaria che può essere proposta esclusivamente di fronte ad apposite sezioni specializzate istituite presso i tribunali e le corti d’appello di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste e Venezia.
Le misure cautelari, che possono essere concesse dal giudice anche prima dell’inizio di una causa di merito, hanno lo scopo di far cessare immediatamente l’attività di violazione del diritto di esclusiva senza attendere il completo svolgimento del processo ordinario.
Tali misure comprendono l’inibitoria alla prosecuzione dell’attività di fabbricazione e/o di vendita, il sequestro dei prodotti contraffatti e il ritiro degli stessi dal mercato.
Altre misure includono la descrizione dei prodotti contraffatti (utile per acquisire una prova certa dell’avvenuta contraffazione), l’acquisizione dei libri contabili del contraffattore, la pubblicazione del provvedimento cautelare su quotidiani e periodici. Il giudice può disporre il risarcimento dei danni derivanti dalla violazione di un diritto di proprietà industriale o concorrenza sleale. L’ammontare dei danni viene stabilito tenendo conto di molti fattori tra cui il mancato guadagno del titolare del diritto, i benefici per l’autore della violazione, il danno morale o in alternativa il canone che sarebbe stato pagato se fosse stata richiesta l’autorizzazione all’uso del diritto di proprietà industriale oggetto di violazione, o ancora la restituzione dei profitti.